Che differenza c’è tra disturbo disforico premestruale e sindrome premestruale? Cause, sintomi e trattamento del PMDD

Abbiamo già parlato di sindrome premestruale e dei sintomi che la caratterizzano: le persone che ne soffrono possono manifestare vari disturbi di tipo fisico (gonfiore, stanchezza, mal di testa, seno dolorante, etc.) ed emotivo (sbalzi d’umore, crisi di pianto, irritabilità, etc.) già da 14 giorni prima dell’arrivo delle mestruazioni.

Abbiamo anche visto che mentre per alcune persone si tratta solo di lievi fastidi, per altre questi disturbi sono molto più intensi; quando i sintomi – soprattutto quelli emotivi – passando ad essere estremamente gravi, tanto da condizionare negativamente e in modo significativo vari aspetti della vita di una persona allora si può parlare di disturbo disforico premestruale.

Cos’è il disturbo disforico premestruale?

È conosciuto anche come disfonia premestruale o PMDD: può essere considerato come una forma “grave” o “estrema” di sindrome premestruale, ed è caratterizzato da un insieme di sintomi debilitanti che peggiorano sensibilmente la qualità della vita della persona che ne soffre condizionando negativamente la sua vita privata, sociale e lavorativa e causando talvolta altri disturbi dell’umore.

Come si diagnostica il disturbo disforico premestruale?

Il disturbo disforico premestruale è annoverato tra le patologie raccolte nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) redatto dall’American Psychiatric Association (APA); in questo manuale vengono elencati alcuni criteri che servono per diagnosticare un caso di disfonia premestruale:

1. Almeno cinque dei sintomi che si manifestano devono essere presenti nella maggior parte di cicli mestruali ed apparire nella settimana che precede l’arrivo delle mestruazioni, migliorare gradualmente pochi giorni dopo la fase mestruale fino a scomparire completamente la settimana dopo le mestruazioni.

2. La persona che mestrua deve presentare uno o più dei seguenti sintomi:

  • forte instabilità emotiva (sbalzi d’umore, crisi di pianto)
  • forte irritabilità o rabbia
  • negatività, umore depresso, sensi di colpa
  • ansia, tensione e/o nerviosismo

E uno o più dei sintomi qui sotto riportati:

  • scarso interesse per le attività di routine (lavoro, passatempi, relazioni sociali)
  • difficoltà di concentrazione
  • stanchezza, letargia
  • voglie di cibo, aumento considerabile dell’appetito
  • sonnolenza diurna o insonnia
  • senso di sopraffazione
  • dolori muscolari o articolari, dolore al seno

3. I sintomi manifestati devono essere “propri” di questo disturbo, quindi non essere causati da altri fattori (uso di alcol, farmaci, sostanze stupefacenti, disturbi dell’umore preesistenti, altre patologie) e – nel caso di PMDD – devono essere di tale intensità da rendere difficoltoso o impossibile il normale svolgimento delle attività lavorative, scolastiche, sociali e/o relazionali.

Si stima che soffra di disturbo disforico premestruale dal 3% al 9% delle persone che mestruano: nella diagnosi bisogna stare attenti a differenziare coloro che soddisfano tutti i criteri che abbiamo elencato prima e coloro che, invece, manifestano sintomi di sindrome premestruale intensi ma che non vanno a sfociare nella disfonia premestruale.

Quali sono le cause del disturbo disforico premestruale?

Come per la sindrome premestruale non c’è una causa univoca e chiara: giocano un ruolo importante le oscillazioni ormonali del ciclo mestruale ma, nel caso del PMDD, anche il fattore ereditario ha un grande peso.

La disfonia premestruale può essere più frequente nelle mestruanti che soffrono già di disturbi dell’umore poiché i meccanismi patofisiologici che provocano il disturbo disforico premestruale, la sindrome premestruale e la depressione sono simili.

Anche il testosterone potrebbe essere in parte responsabile della PMDD: sembra che mestruanti con alti livelli di testosterone abbiano più possibilità di manifestare il disturbo disforico premestruale, la sindrome premestruale e la bulimia nervosa, tutti disturbi che rispondono bene al trattamento con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (psicofarmaci antidepressivi).

Trattamento del disturbo disforico premestruale

Il PMDD può essere trattato con diversi approcci che bisogna valutare con medico curante, ginecologə e/o psicologə:

  • trattamenti ormonali attraverso i metodi anticoncezionali
  • terapia psicologica
  • farmaci antidepressivi
  • esercizi di rilassamento, respirazione, yoga
  • integratori alimentari e minerali
  • cambi nello stile di vita (dieta più sana, più movimento)

In conclusione

La diagnosi del disturbo disforico premestruale spesso richiede uno sforzo congiunto di più figure professionali; anche chi ne soffre deve tenere traccia della comparsa e della durata dei suoi sintomi per individuare uno schema che si ripete e capire se la sua condizione soddisfa i criteri necessari per poter parlare di PMDD.

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Di Stella Fumagalli

Classe 1986, scrivo su diversi blog dal 2011. Sono un'appassionata di scienza, femminismo, animali, film horror e tatuaggi. Amo leggere, odio cucinare, sono intollerante con chi non tollera. Stay human.